Ciascuno di noi ha un sogno nel cassetto e il mio è sempre stato quello di rendere “semplici” le cose difficili.
Meglio ancora, di cercare di condividere con gli altri le conoscenze acquisite nella mia vita lavorativa e personale, facendo in modo che si allargassero gli orizzonti e ciascuno, forte della nuova coscienza, fosse in grado di scegliere.
Credo, infatti, che la cultura o l’avere informazioni, ci metta nella condizione di prendere decisioni e quindi ci renda liberi.
La condizione degli allergici è stata la molla che mi serviva.
Un popolo silente e numeroso, quello dei pazienti con allergie. Quasi rassegnato a convivere per tutta la vita con una sintomatologia che rende difficili le giornate. Una rinite allergica che rende le mucose del naso ipertrofiche condiziona la qualità del sonno e anche l’ossigenazione non è perfetta, per esempio.
Ci si alza stanchi, storditi, poco lucidi e con una giornata piena di impegni da soddisfare che diventano pesanti come macigni. Per non parlare della gestione dei bambini allergici privati dei peluches, degli amici a quattro zampe, dei parchi e giardini ?
Sono mamma di un ragazzo di 23 anni che ha mostrato il suo primo attacco di asma a 6 mesi e quindi ho ben a mente cosa voglia dire immettersi in questo mondo e come ci si senta a vivere sotto una campana di vetro per evitare attacchi violenti o cosa significhi dover usare costantemente l’aerosol.
Gesti costanti ma non risolutivi. Veloci ma non risolutivi. E tutti inficianti la qualità della vita.
Per questo motivo ho scritto “ Butta via i fazzoletti – perché ci si renda conto che si può SCEGLIERE di curarsi e, quindi, di RIAPPROPRIARSI di tutti gli SPAZI trasformando la sequela di NO in una sequela di SI.